Dunque, i Police erano un prodotto tipico dei tempi d’oro del punk e del rock, con il valore aggiunto di voler dimostrare un’acutezza musicale più ampia e compiuta di quella che il pubblico percepiva.
Sulla carta un trio che partiva da canzoni basate sul reggae (con qualche sbandata verso il jazz), per traghettare verso il pop, avrebbe dovuto avere una vita difficile. Invece hanno conquistato il mondo. In soli sette anni (1977-1984, più l’irrilevante reunion degli anni duemila).
Li sosteneva la consapevolezza e una miscela di giocosità e ambizione.
Alla fine ciò che i Police hanno davvero lasciato è stato un canzoniere, da Next to You a Tea in the Sahara, davvero avvincente, compatto e profondo. Canzoni vere che sono tornate a vivere grazie all’interpretazione che tutti i membri della band, nel tempo, hanno fatto sia individualmente che collettivamente.
Il pensiero va subito a Symphonicities (2010) di Sting, album apripista registrato con la Royal Philharmonic Orchestra.
Quest’anno tocca a Police Deranged for Orchestra di Stewart Copeland, tra i colpi di scena teorici più audaci ed emozionanti sul repertorio della band.
Un set di 11 canzoni che trovano il perfetto equilibrio per fondere l’estetica della rock band con la grandezza sinfonica. A tal proposito si veda il lavoro sugli ottoni e il trattamento vocale di gruppo di Roxanne.
Ad accompagnare il batterista dei Police, oltre all’orchestra sinfonica, in sala di registrazione c’era una grande band formata da: Rusty Anderson (dal 2001 chitarrista di Paul McCartney), Armand Sabal Lecco (spesso bassista di Paul Simon) e Amy Keys, Carmel Helene, Ashley Támar (voci). All’uscita dell’album Copeland ha dichiarato: “Esplorare le tracce delle nostre registrazioni originali e delle esibizioni dal vivo ha rivelato assoli di chitarra perduti, linee di basso e improvvisazioni vocali che erano semplicemente troppo belle per essere lasciate nell’oscurità. Questa scoperta è ciò che ci ha portato a questa performance: le canzoni di Sting, le invenzioni di Andy (il chitarrista dei Police, Andy Summers) e la mia voglia di rischiare, tutto per una corsa sfrenata con orchestra e musicisti provenienti da tutto il mondo per adattare alcuni dei successi più amati per un pubblico allo stesso tempo vecchio e nuovo”.
Dopo le tappe americane, Copeland ritorna in Europa.
Le scalette appaiono molto stabili, solo pezzi dei Police con poche variazioni: non mancano mai Demolition Man, Every Breath You Take, Tea in the Sahara, Message in a Bottle, Don’t Stand So Close to Me, Roxanne, The Equaliser Busy Equalising…