Cat Power sulle spalle del gigante Bob Dylan

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A parte Robyn Hitchcock, che in Robyn Sings ha riproposto la parte elettrica del concerto, non c’era mai stato nessuno che si era preso il rischio di rifare completamente uno dei live più importanti della storia del rock: Bob Dylan Live 1966, The “Royal Albert Hall” . Per avere l’idea della bellezza e dell’impatto sul mondo della musica di questa svolta epocale dylaniana c’è il libro Like the Night: Bob Dylan and the Road to the Manchester Free Trade Hall di C.P. Lee che descrive perfettamente non solo il concerto ma anche l’atmosfera che si respirava in Inghilterra in quegli anni. Cat Power ha scelto una strada assai difficile: non ha rifatto, ha reinterpretato. Fate un esperimento: ascoltate The Bootleg Series Vol. 4: Bob Dylan Live 1966, The “Royal Albert Hall” Concert e poi Cat Power sings Dylan The 1966 Royal Albert Hall Concert. Scoprirete l’ovvio: le canzoni sono proposte nel medesimo ordine ma anche l’inaspettato. Si tratta d un omaggio che ci interroga sulla grandezza, rielabora i brani originali con estrema attenzione: « Mi sono detta: facciamo qualcosa di elegante, qualcosa di fedele alla forma. Niente improvvisazione, niente decostruzione fine a se stessa. Facciamo qualcosa di autentico, semplice». Ma qui cè di più: si trasformano le canzoni. La voce di Cat Power accetta la sfida e se gli arrangiamenti sono perfetti e rispettosi, i versi vengono affrontati  in modo differente. Con delicatezza, sofferenza, senso della perdita, urgenza, disincanto…Si prenda Like a Rolling Stone, con un colpo di genio il cuore della canzone diventa HOW la prima parola dell’immortale ritornello:« How does it feel/ How does it feel/To be without a home Like a complete unknown/ Like a rolling stone?/» ; si ascolti Visions Of Johanna, come prenda la forma di una maestosa e inquietante ballata notturna, sostenuta da una performance vocale fascinosa ed enigmatica; la versione di Just Like A Woman è di una tenerezza meravigliosa con Cat Power che ci porta per mano in una New York notturna, anfetaminica, indimenticabile. Mr. Tambourine Man è di gran lunga la canzone più cambiata rispetto all’originale, con una melodia che prende altre vie. Sono palpabili un’amarezza e una malinconia impensabili « sembra la fotografia di un sogno. Ora che sono arrivata alla mezza età, in questa canzone per me riecheggia la speranza che abbiamo perso. Non abbiamo fatto un buon lavoro, come esseri umani».