Nelle scalette degli ultimi 80 live di Nick Mason e della sua band sono presenti brani tratti dagli album dei Pink Floyd: The Piper at the Gates of Dawn (1967), A Saucerful of Secrets (1968), More (1969), Atom Heart Mother (1970), Meddle (1971), Relics (1971), Obscured by Clouds (1972), The Early Years 1965-1972 (2016).
Nick Mason, unico componente della band ad avere attraversato l’intera storia dei Pink Floyd, dalla sua postazione di batterista ha visto svilupparsi ed evolvere la poetica del gruppo: gli inizi sulla scena underground londinese degli anni Sessanta, la crisi e l’abbandono di Syd Barrett (genio, chitarrista paranoico), la rinascita e lo sviluppo di quello che ormai è considerato il leggendario “Pink Floyd sound”, il successo mondiale di The Dark Side of The Moon.
E poi: lo stress della celebrità, i problemi nella band, la frattura insanabile con Roger Waters e la decisione di Nick e David Gilmour di dare comunque un seguito alla storia dei Pink Floyd…
Ora per tornare sul palco Mason ha deciso di concentrarsi sulla produzione che va dal 1967 al 1972, tempi vorticosi, nei quali album come The Piper at the Gates of Dawn suscitavano meraviglia ed entusiasmo con le loro esplorazioni cosmiche miscelate con sketch di vita quotidiana e Atom Heart Mother stordiva per il possente lato sinfonico e la composizione di vasto respiro.
Com’erano quegli anni ce lo spiega lo stesso Nick Mason in Inside Out – La prima autobiografia dei Pink Floyd (Rizzoli): «Il brano che intitola l’album, A Saucerful of Secrets, è a mio avviso uno dei pezzi più coerenti che abbiamo mai prodotto. Al posto della struttura standard di canzoni fatte di strofe, ritornelli, middle eight e bridge, e in contrasto con l’evoluzione dei pezzi più improvvisati, era costruita con grande precisione. Roger e io l’avevamo progettata prima a tavolino, seguendo la convenzione dei tre movimenti della musica classica. Non si trattava di un caso eccezionale per noi, ma era comunque insolita. Senza la minima conoscenza in materia di notazione musicale, avevamo progettato il tutto su un foglio di carta, inventandoci dei nostri personali geroglifici».
Oppure si può comprendere quanto erano innovativi e coerenti i Pink Floyd seguendo la lavorazione di Athom Heart Mother: «Purtroppo Athom Heart Mother è un brano che dura 24 minuti. Roger e io ci imbarcammo in quella che si può letteralmente definire un’odissea per la registrazione della base ritmica. Per mantenere tracce libere per le sovraincisioni, avevamo registrato il basso e la batteria su due piste diverse e l’intera registrazione doveva essere effettuata in un unico passaggio. Suonare il pezzo senza gli altri strumenti significava dar fondo a tutte le nostre, peraltro limitate, abilità di musicisti per cercare di non compiere errori. (…) I miei commenti messi per iscritto a proposito di Athom Heart Mother erano: “idea buona, da approfondire”.Alan’s Psychedelic Breakfast sul secondo lato è un esempio analogo. Era la versione sonora di una prima colazione inglese, che iniziava con la fiamma di uno zolfanello che accende un fornello, seguita dal rumore del bacon che soffrigge in padella, insieme a rubinetti che gocciolano e ad altri dei nostri vecchi rumori preferiti, tratti dal nostro archivio dei suoni».
Nick Mason’s Saucerful Of Secrets magicamente ricrea quell’assalto all’infinito, in un’orgia di travestimenti compositivi e voci strumentali che proiettano di nuovo verso frontiere mai immaginate. Ritorna l’illusione di un viaggio oltre le stelle e non la si può mancare nella notte di Tener-a-mente che regalerà parole di vera psichedelia.