Suor Acqua cantare

DanzePerché, se #CuriosaVate…

A Gian Carlo Maroni

(Supplica)
Caro Gian Carlo,
ti sottometto una mia supplica.
Tu hai
ucciso Suor Acqua.
Oggi veniva fino alla mia tavola di travaglio l’odore dell’acqua morta. E, dove l’acqua è morta, tutto muore: anche l’anima.

Ti supplico di ristabilire la corrente, con qualunque mezzo, sùbito.
Se hai bisogno, per questo, di denaro, ho da darti 2 o 3000 lire.
Sii dunque pietoso.
Che io oda domani al tramonto Suor Acqua risuscitata cantare.

Grazie. Ave.

 

Il progetto di inserire la prua della Nave Puglia nel Parco del Vittoriale impose qualche modifica alla conformazione del territorio: alcune scarpate vennero accentuate, corsi d’acqua deviati, con lavori di ristrutturazione e consolidamento che l’architetto Gian Carlo Maroni dirigeva seguendo la volontà del Poeta padrone di casa.

Fu durante questi lavori, nel 1924, che d’Annunzio, feralmente ferito dall’improvviso (e temporaneo) silenzio dell’acqua, scrisse a Maroni queste parole. A opere terminate, i torrenti dell’Acqua Savia e dell’Acqua Pazza, che scendono ai lati della Nave Puglia a formare l’area più selvaggia del parco del Vittoriale, confluivano in un unico corso d’acqua, molto breve, che a sua volta formava il Laghetto delle Danze, dove il Vate amava rifugiarsi per ascoltare musica o dedicarsi a letture solitarie.

Nulla era lasciato a caso. E nulla era il frutto di un semplice gusto estetizzante. Nell’idea di Maroni, il Laghetto delle Danze era una sorta di compromesso tra l’acqua pazza e savia, una giusta via di mezzo dei fenomeni naturali che doveva essere la nota dominante di un’esistenza secondo natura.

Ed è qui che, ogni estate, il pubblico di Tener-a-mente Oltre torna a sentire Suor Acqua cantare, accompagnata dalle note eleganti dei più raffinati musicisti contemporanei.