di Dalila Casiraghi
Oggi, 13 febbraio, Giornata Mondiale della Radio, ricordiamo il “Mago” che – come scrive d’Annunzio – diede modo “di dire il vero al mondo”.
Lui, Guglielmo Giovanni Maria Marconi – 1 Nobel, 16 lauree honoris causa, 13 cittadinanze onorarie – all’età di 20 anni iniziò da autodidatta gli esperimenti che portarono alla nascita della radio: il suo primo laboratorio venne allestito a Villa Griffone, la residenza di famiglia vicino a Bologna, una grande casa di campagna nella cui soffitta all’ultimo piano era allestita la stanza per allevare i bachi da seta. Qui Marconi condusse in segreto le prime prove, convinto che “fosse possibile trasmettere a distanza […] senza ricorrere alla connessione per filo”.
Così nella primavera del 1895 cominciò a “telegrafare a una distanza di circa mezzo miglio”; man mano che i suoi congegni si facevano più sofisticati, la distanza aumentò, fino a quando spostò il ricevitore sulla collina dei Celestini, a circa 1.5 km dalla villa. Lì un fidato collaboratore confermò l’arrivo del segnale con un colpo di fucile: la radio, intesa come possibilità di trasmettere comunicazioni senza fili, era finalmente nata.
Il resto è storia: realizzò il primo collegamento radiotelegrafico attraverso il canale della Manica; il primo collegamento transoceanico senza fili; inaugurò il primo regolare servizio pubblico radiotelegrafico tra l’Europa e l’America; inviò un radiosegnale all’Esposizione di Sidney dal panfilo-laboratorio “Elettra”, ancorato al porto di Genova; inaugurò la stazione radio di Città del Vaticano…
Morì nel 1937 e le stazioni radio di tutto del mondo, per commemorarlo, rimasero in silenzio per due minuti.
Villa Griffone, inalterata nella sua struttura, è oggi un museo visitabile, e ospita la Fondazione Guglielmo Marconi, che nel marzo 2017 ha firmato un Protocollo di Intesa con la Fondazione Il Vittoriale degli Italiani e con Garda Musei, di cui condivide gli intenti di valorizzazione del patrimonio storico e culturale.